Nel cuore pulsante di Genova, una mostra fotografica si snoda tra i vicoli più suggestivi, regalando ai visitatori un viaggio immersivo nel passato della città. L'iniziativa, curata da storici locali e appassionati di fotografia, espone una raccolta rara e preziosa di scatti d'epoca che documentano la trasformazione urbana e sociale di Genova. Si tratta di immagini provenienti dagli archivi cittadini e da collezioni private, valorizzate per la prima volta in questo contesto.

La mostra, intitolata “I volti della Genova che fu”, svela personaggi noti e sconosciuti, immortalati nelle strade, nelle botteghe e nei cortili dei quartieri storici. Ogni fotografia racconta storie di vita quotidiana, di fatica e di speranza, ma anche di festa e comunità. I curatori sottolineano come l’intento sia quello di restituire memoria visiva a un patrimonio spesso dimenticato, aiutando i visitatori a riconoscere nei volti antichi le radici della città moderna.

Parte integrante dell'esposizione sono le immagini che documentano le trasformazioni architettoniche e urbanistiche dei caruggi, i tipici vicoli genovesi. Queste fotografie mostrano case che oggi non esistono più, piazze mutate dal progresso e attività artigianali scomparse nel tempo. Il valore documentale degli scatti è notevole: ogni dettaglio offre spunti di riflessione sulla resilienza e la capacità di adattamento della città.

Non mancano in esposizione gli scatti dei grandi eventi che hanno segnato la storia di Genova. Tra questi, il passaggio delle navi nel porto, le processioni religiose, le manifestazioni popolari e le prime testimonianze della vita industriale. Sono immagini che riflettono il dinamismo di una città aperta al mondo, crocevia di popoli e di culture diverse, capace di rinnovarsi conservando la propria anima.

A commentare la mostra è la storica dell’arte Margherita Parodi, che sottolinea: “Queste immagini non sono semplici documenti, ma veri e propri racconti visivi che ci costringono a riesaminare la nostra relazione con la città. Vediamo come gli spazi pubblici erano vissuti, interpretati e modellati dall’azione quotidiana della collettività.” Un invito, dunque, a riscoprire il passato attraverso l’occhio attento della fotografia.

Notevole l’attenzione data ai volti dei lavoratori: portuali, artigiani, venditrici ambulanti e pescatori. Questi soggetti, spesso trascurati dalla fotografia ufficiale, emergono in tutta la loro dignità, riconnettendo il visitatore con una dimensione più autentica e popolare della città. Alcune didascalie riportano frammenti di memorie orali raccolte negli anni, arricchendo ogni scatto di dettagli inediti.

Tra le particolarità dell’allestimento, spicca l’uso di supporti espositivi sostenibili e l’interattività del percorso. Grazie a codici QR affissi accanto alle fotografie, i visitatori possono ascoltare testimonianze audio, consultare mappe storiche e accedere a materiali di approfondimento digitali. Questo connubio tra passato e tecnologia rende la mostra accessibile anche ai giovani e alle scuole.

Il curatore Fabrizio Costa spiega che la selezione delle immagini ha richiesto un lungo lavoro di ricerca. “Molte foto provengono da famiglie genovesi che hanno voluto condividere i loro archivi privati. Abbiamo scelto scatti che avessero un forte valore emotivo e che restituissero la complessità della vita nei vicoli. Ogni fotografia è una finestra aperta su una Genova in continua evoluzione”, afferma Costa.

Oltre ai visitatori locali, la mostra richiama anche numerosi turisti, incuriositi dalla possibilità di scoprire angoli meno noti della città attraverso un racconto visivo inedito. Secondo i dati forniti dagli organizzatori, nelle prime settimane si è registrato un incremento del 30% rispetto alle previsioni, segno dell’interesse crescente verso iniziative che valorizzano il patrimonio storico e culturale di Genova.

L’evento si configura come un’occasione di incontro e confronto tra diverse generazioni. Gli anziani, spesso riconoscendo persone o luoghi nelle fotografie, condividono le proprie memorie con i più giovani. Questo dialogo spontaneo contribuisce a rafforzare il senso di identità collettiva e a trasmettere valori che rischierebbero altrimenti di andare perduti nell'oblio del tempo.

Al termine della visita, un’ampia sezione è dedicata alle fotografie degli anni della ricostruzione postbellica e del boom economico. Immagini cariche di vitalità che testimoniano la rinascita della città, la modernizzazione dei quartieri e la speranza di una nuova generazione. Queste fotografie mettono in luce il legame profondo tra la memoria storica e la capacità di guardare con fiducia al futuro.

Nel catalogo della mostra, accanto alle riproduzioni, sono pubblicati saggi di storici, urbanisti e fotografi che analizzano il ruolo della fotografia nella conservazione della memoria urbana. Si evidenzia come gli scatti storici rappresentino non solo un archivio visuale, ma anche uno strumento di indagine critica sugli sviluppi sociali e culturali di Genova. Il dialogo tra testo e immagine arricchisce così l’esperienza del visitatore.

La mostra rappresenta un imperdibile appuntamento per chi vuole riscoprire i volti e gli angoli di una Genova spesso invisibile agli occhi distratti della quotidianità. Grazie all’interesse suscitato, si auspica che l’iniziativa possa proseguire con nuovi materiali e coinvolgere sempre più cittadini nell’opera di salvaguardia della memoria fotografica cittadina. Un investimento, dunque, non solo nella cultura, ma anche nella coesione della comunità genovese.